Buon rietro dalle feste pasquali, con grandi abbuffate soprattutto di dolci e cioccolata.
Oggi, quindi non posterò una ricetta, ma vi parlerò di una nuova collaborazione: Molini Pizzuti.
A partire dagli anni ’90, è stata attuata una politica di
ristrutturazione e di forti investimenti che ha fatto della Molini Pizzuti
S.r.l una vera e propria realtà industriale con elevatissime capacità
produttive, significativi livelli di automazione produttiva, sofisticati
sistemi di comando e controllo produttivo PLC e, infine, consistenti risparmi
energetici .
La capacità produttiva giornaliera è di ben 5.000 quintali
circa.
Sempre negli anni ’90 l’azienda realizza la sua nuova sede
produttiva nell’area industriale di Bellizzi (Salerno), in prossimità delle
principali vie di comunicazione, allo scopo di migliorare l’efficacia e
l’efficienza della logistica in entrata e in uscita.
Il Sistema Qualità della Molini Pizzuti è attuato attraverso
lo scrupoloso rispetto delle prescrizioni contenute nel Manuale della Qualità.
Il Sistema Qualità prevede la sua applicazione a tutti i
processi aziendali fra loro correlati che direttamente o indirettamente hanno
influenza sulla qualità dei prodotti finiti, in modo tale da garantire che essi
siano conformi alle esigenze dei clienti e agli altri requisiti applicabili.
La Molini Pizzuti fornisce i propri prodotti alle imprese
presenti sul territorio nazionale ed internazionale, pertanto consapevole
dell’estrema importanza che rivestono gli aspetti qualitativi per il mercato in
cui opera, si propone di:
- fornire prodotti che soddisfino le specifiche di qualità,
affidabilità e sicurezza, operando nel rispetto di tutte le leggi, regolamenti
e normative applicabili all’attività dell'azienda;
- aumentare la soddisfazione del Cliente garantendo la
perfetta rispondenza tra il prodotto richiesto e quanto effettivamente
riportato nella relativa scheda tecnica;
- mantenere e migliorare l’immagine della Società verso i
suoi Clienti e utenti, rafforzando la propria presenza sui mercati nazionali ed
internazionali e partecipando costantemente a fiere e manifestazioni di
settore;
- promuovere ed attuare programmi di miglioramento
dell’efficacia del Sistema Qualità che riflettano gli obiettivi definiti dalla
Direzione, ponendo particolare attenzione alla fase di approvvigionamento, in
modo da potere garantire degli standard qualitativi costanti nel tempo;
- porre particolare attenzione alla gestione delle
interfacce, pre e post vendita, con la Clientela per acquisire informazioni
sulla percezione della qualità del prodotto fornito a garanzia di un continuo
miglioramento;
- condurre programmi di formazione per conseguire lo
sviluppo continuo delle abilità e delle capacità professionali di tutto il
personale e fornire, di conseguenza, una maggiore consapevolezza delle
rispettive responsabilità all’interno del Sistema Qualità Aziendale;
- attuare progetti di ricerca che hanno come scopo la
realizzazione di nuovi prodotti intermedi e finiti ad elevata valenza
tecnologica e nutrizionale.
Molini Pizzuti mi hanno entilmente inviato da provare 4 tipi differenti di farine:
- preparato per pasta fatta in casa: miscela di farina di grano tenero e semola di grano duro.
- farina per dolci
- farina per pizza
- farina alta pasticceria, farina manitoba
La farina alta pasticceria è stata la prima ad essere utilizzata proprio per il dolce di Pasqua, mi incuriosiva la farina di manitoba perchè non l'avevo mai utilizzata.
La farina di manitoba "propriamente detta" si
ottiene dalla macinazione del frumento coltivato nelle regioni settentrionali
dell'America e nel Canada meridionale, territori un tempo colonizzati
dall'omonima tribù di "pellerossa"; Farina manitoba spesso, si
utilizza impropriamente il termine "manitoba" per indicare una farina
ottenuta diversamente ma con caratteristiche sovrapponibili.
La farina di manitoba è uno sfarinato che si ottiene da una
specie di grano detta Triticum aestivum, un frumento semi-duro noto per
l'elevato contenuto in glutenina e gliadina. Questi due peptidi, se attivati
dall'acqua, originano il glutine, una proteina reticolare ed elastica che
ingloba i gas della lievitazione permettendo la "crescita" degli impasti,
con formazione delle tipiche bolle apprezzabili nella struttura spugnosa del
pane e di altri prodotti lievitati.
Ogni farina contenente glutine, se impastata con acqua,
acquisisce un certo livello di "FORZA" (parametro ottenuto dalla
correlazione tra indice di tenacità e indice di estensibilità); tale
caratteristica rappresenta la proprietà più importante della farina e si valuta
mediante l'inquadramento in una scala numerica (W) che va da <90 a circa 370.
W <90 Farine non idonee alla panificazione
W da 90 a
160 Farine deboli, per biscotti
W da 160 a
250 Farine di forza media utilizzate per pani a pasta molle (come Pugliese,
Ciabatta, Francese) e paste dure (Ferrarese) o per il rinfresco del lievito
naturale
W da 250 a
310 Farine di forza utilizzate per la produzione di pani come Rosetta, Biove,
Baguete.
W da 310 a
<370 Farine utilizzate per impasti a lunga fermentazione, tra le quali
rientra la farina di manitoba.
. . .
La farina di manitoba si presta come base di pasticceria per
dolci a lunga lievitazione e ricchi di grassi, come panettoni, pandori, colombe
ecc; al contrario, le farine più deboli (oltre a possedere una minor
concentrazione di glutine) subirebbero l'effetto "indebolente" dei
grassi sulla "maglia glutinica elastica", a discapito della
lievitazione.
La farina di manitoba è anche la base di partenza per
l'estrazione delle proteine destinate alla produzione del seitan.
La farina di manitoba è impiegata quasi esclusivamente in
forma 00 (senza crusca e con macinatura finissima); analogamente alle altre
farine raffinate, tale caratteristica ne FAVORISCE la rapidità di digestione ed
assorbimento a svantaggio dell'indice glicemico e insulinico.
E' anche vero che questo aspetto possiede un'importanza
nutrizionale relativa poiché l'impatto metabolico di un alimento subordina alla
composizione del piatto o del pasto complessivo; tuttavia, in virtù della sua
resistenza ai grassi, la farina di manitoba è spesso associata a notevoli
quantità di lipidi che, in concomitanza ad una sollecitazione insulinica
significativa (dipendente anche e soprattutto dalle elevate porzioni
alimentari), aumentano la propria capacità di deposito adiposo (effetto
ingrassante).
In definitiva, non è tanto la farina di manitoba a
rappresentare un ingrediente obsoleto, quanto la maggior parte degli alimenti
per i quali viene utilizzata (panettoni, pandori, colombe, pandori, croissant
ecc).
Se è vero che la farina di manitoba costituisce un
ingrediente di qualità per la panificazione, in virtù dell'elevato quantitativo
di glutine, è altrettanto vero che esiste un "rovescio della
medaglia"; questa proteina è oggetto di un’intolleranza anche piuttosto
grave, la celiachia.
Essa comporta una sintomatologia anche molto eterogenea in
base al caso specifico e si distingue dalle altre forme di intolleranza
alimentare per la presenza di una peculiare risposta immunitaria.
Se ne evince che, in presenza di celiachia, l'ingestione
accidentale di un impasto a base di farina manitoba rispetto a quella dello
stesso impasto con farina debole possa comportare una reazione e una
sintomatologia decisamente più intense.
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